LO SPORT DURA UNA VITA, ANZI DUE!
Gabriella e Agostino, 48 anni e 250 triathlon insieme.
Ho conosciuto questa coppia unica durante il Gala del Triathlon di Cervia del Marzo scorso, sono stati premiati perché, con 154 anni in due, sono la coppia italiana più datata che ha partecipato a tutte queste gare, nota bene, iniziando a 60 anni. Ecco il loro racconto.
‘Siamo Agostino e Gabriella, 78 e 76 anni, sposati da 48, due figli e due nipoti. Agostino chirurgo, Gabriella biologa e tutto il tempo libero dedicato a vari sport. Fino a quando abbiamo potuto con i figli, poi abbiamo continuato in coppia. Viaggio di nozze in motocicletta – Laverda 750 – con l’arrivo dei figli camper + bici e poi più da grandi tenda + bici.
Tante gare di sci di fondo e podistiche per Agostino, di nuoto per Gabriella che ha incominciato a a 35 anni. Per lei, nella gioventù, anche sci di discesa e aliante.
A 60 anni, idea di Gabriella, siamo approdati al triathlon. E’ un improvviso innamoramento e cambio di vita. Siamo la coppia meno giovane, tutti e due M8, abbiamo trovato una nuova famiglia con tanti figli e nipoti che ci vogliono bene: l’ultimo figliolo conosciuto al Galà del triathlon 2019 è Stefano Ghidotti, che apprezziamo per la sua carica di entusiasmo e generosità.
Lo sport rigenera e aiuta a superare le difficoltà della vita, la depressione e lo stress. Gli obiettivi sono una gran figata per obbligarti a superare la pigrizia, il freddo, il caldo, la pioggia, il vento, le onde.
Avremmo tanto da raccontare in 16 anni e 250 triathlon tra sprint, olimpici, wintertriathlon e duathlon.
Tre volte finiti in Croce Rossa per ipotermia, frattura di femore per Agostino, difficoltosi recuperi in mare per Gabriella.
Alcuni dolorosi ma necessari ritiri, compensati però da tanti traguardi raggiunti sovente stringendo i denti – ma non abbiamo però mai rotto la dentiera!. Che dire della soddisfazione di Gabriella prima italiana M6 a terminare un Mezzo Ironman (isola d’Elba) supportata da Agostino reduce dalla protesi d’anca, e prima a raggiungere la categoria M8 nella storia del triathlon italiano? Che bello tagliare il traguardo mano nella mano con il tifo di giudici, speaker, organizzatori, amici, come fossimo dei campioni – ma sarà perché ci considerano delle ”reliquie”!
Abbiamo però una determinazione diversa nell’allenamento: Gabriella per essere soddisfatta tiene una rigorosa tabella giornaliera di nuoto o bici o corsa , mentre Agostino, talento naturale, dice che è meglio un buon riposo che un cattivo allenamento, per cui va spesso sollecitato – e se poi non reagisce Gabriella parte solitaria.
I risultati si vedono perché spesso Gabriella lo aspetta per arrivare insieme e se troppo indietro gli rifila qualche minuto.
Siamo sbilanciati nel senso che Gabriella è più forte nel nuoto, Agostino in bicicletta, poi corriamo adagio tutti e due portandoci dietro vari acciacchi accumulati negli anni.
Certo l’attività va riducendosi, al posto dell’allenamento c’è il mantenimento.
Da tre mesi siamo in officina riparazioni, ma stiamo lentamente riprendendoci. Il prossimo appuntamento potrebbero essere gli European Master Games a Torino a fine luglio.
“Ecco arriva Agostino, l’esempio vivente che se lo fa lui, il triathlon lo può fare chiunque”. Questo diceva il mio Presidente del “Cuneo triathlon” quando faceva lo speaker in qualche gara. A chi mi faceva notare che poteva essere offensivo rispondevo che lo prendevo come un complimento. Più vado avanti e più mi rendo conto che il triathlon lo possa fare chiunque e credo sia il motivo per cui siamo considerati un esempio.
E di questo siamo orgogliosi. Molto orgogliosi.’
Anche in questa storia Parkinson & Triathlon sono uniti da un filo sottile, intendiamoci i nostri due amici, che qui si divertono come bambini a mangiare dello zucchero filato, non sono affetti dalla malattia, sono solo un esempio reale. Il triathlon, nonostante quello che possiamo pensare è uno sport anche per atleti over 60 e 70 e anche 80 in alcuni casi.
Al contrario il Parkinson non colpisce solo gli anziani ma anche giovani dai 20 e 30 anni in avanti, avendo come età media di insorgenza 62 anni ma presentandosi non raramente sotto i 40 anni, in questi casi si identifica come Parkinson giovanile.
Le persone che vengono colpite in queste età sono socialmente attive, hanno un ruolo nel mondo del lavoro, sono genitori e anche sportivi come me e tanti altri amici.
Vorrei tanto che tutti potessero trarre ispirazione da questa bella storia per cominciare a pensare di praticare il triathlon, l’età non è un ostacolo, Gabriella e Agostino ne sono la dimostrazione.
E nemmeno il Parkinson. Questo ve lo dico io, Stefano Ghidotti, paziente di Parkinson (quasi) giovanile.