A Ledro Parkinson&Triathlon va più forte di me!
In un weekend dove il progetto Parkinson&Triathlon ha ottenuto, grazie agli organizzatori di Ledroman 2018, visibilità e molti attestati di simpatia, io ho portato a termine una gara difficile.
Ledro e la sua gente hanno accolto con gioia il Tripopolo di atleti e famiglie. Questo piccolo lago incastonato tra montagne verdi fa venir voglia di cantare e di fare sport a chiunque, tanto che anche mia moglie sabato si è fatta il giro di ricognizione del percorso in bicicletta, circumnavigandolo (si può dire anche se è in bici?).
Non è mancata nemmeno la classica piovuta pomeridiana, con richiamo anche la sera proprio nell’ora in cui dovevamo mangiare all’aperto e ascoltare gli ospiti della serata. Giorgio Calcaterra, 3 volte vincitore della 100 km del passatore, Cleto la Triplice, il dissacratore del triathlon per antonomasia, che mangia fritto prima delle gare e scrive libri su come farsi lasciare dalla fidanzata quando decide di preparare un Ironman, la dottoressa di ProAction che ci ha parlato di alimentazione prima durante e dopo la gara.
E alcuni atleti, in rappresentanza dei 990 partecipanti, che sono saliti sul podio come Andrea Secchiero, plurivincitore della gara, Martina Dogana, la regina del triathlon italiano, Marco Corrà, fresco vincitore Italiano, dopo 22 anni, del triathlon di Bardolino. E infine anch’io, che di atleta ho l’idea e anche i programmi di allenamento, ma non le prestazioni, almeno per ora. Io che solo una cosa so, che ce la metterò tutta nonostante l’età e mr. Parky
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Ma veniamo alla cronaca della gara, alla quale partecipo per la seconda volta con risultati simili.
2018 2016
Nella frazione di nuoto sono partito bene ma dopo la prima boa, un terzo dei 750 m., ho avuto problemi di respirazione, non riuscivo a essere fluido, nuotavo in affanno. Questa volta, rispetto a due anni fa, sono riuscito a non andare in panico ma ho dovuto percorrere tutto il resto della frazione nuotando a rana, a dorso e un po’ a stile libero con la testa fuori dall’acqua. È successo a molti, le ragioni sono diverse:
il lago era un po’ mosso per cui a volte invece di respirare bevevi, eravamo veramente in tanti a dividerci lo spazio in acqua, con ritmi spesso diversi e la calca mi ha procurato un po’ di agitazione, ho voluto indossare la muta vecchia che è un po’ più stretta di quella nuova e non facilita la respirazione.
Nel cambio T1 per la frazione ciclistica ho avuto un altro problema: per diminuire il tempo ho voluto mettere le scarpe già inserite sui pedali e niente calze, come fanno quelli veri, peccato però che ho impiegato un sacco di tempo per far entrare i piedi bagnati nelle scarpe, la prossima volta dovrò spruzzare abbondante borotalco per favorire l’operazione. In bici sono abbastanza andato bene, come al solito, anche se nel secondo giro sulla salita sono stato meno brillante.
Il cambio T2 è andato bene, la corsa come sempre è stata molto difficile, a un ritmo lento, con la sensazione di zoppicare e che la gamba sinistra facesse fatica a rispondere ai miei comandi. Ho camminato spesso, soprattutto in salita, e ho chiuso piuttosto affaticato nonostante fossero solo 5 km.
Il lunedì sera ho scambiato quattro chiacchiere sulle mie prestazioni nelle gare con Alberto, il mio preparatore atletico, abbiamo deciso di modificare i programmi di allenamento concentrandoci di più sulla corsa, per vedere se nelle otto settimane che ci dividono dalla prossima gara, il triathlon olimpico di Peschiera, riusciamo ad ottenere dei miglioramenti e a non darla vinta a Mr. Parky.
Da lunedì ho cominciato con rinnovato impegno la preparazione, che per 2 mesi non sarà intervallata da settimane di scarico pre-gara com’ è stato negli ultimi 2 mesi.
Alberto ci picchia giù duro, in effetti è ciò che serve, per migliorare bisogna soffrire e stiamo allenando anche la mia capacità di soffrire, in palestra mi ha massacrato, ieri due allenamenti: mattina corsa e sera nuoto, oggi bici…insomma ne uscirò con le ossa rotte, ma se arrivo al prossimo triathlon e non sono migliorato allora, come diceva zio Paperone mi mangio il cappello e io aggiungo anche le scarpe! naturalmente da running!