Robi è un Parkinsonauta che ha lottato come un gladiatore per 9 giorni senza risparmiarsi nemmeno un minuto. Siciliano dal cuore grande, trapiantato in provincia di Brescia, Roberto ama la Mountain Bike. Senza il suo lavoro la Bike riding 2020 non sarebbe nemmeno partita, compagno insostituibile di tante giornate sui campi di gara di triathlon.
Mi chiamo Roberto Russo, sono di origine Siciliana ma vivo da 23 anni nella provincia di Brescia. Mi hanno diagnosticato la sindrome giovanile di Parkinson nel Maggio 2012, una malattia difficile da accettare a qualsiasi età, a 44 anni lo è ancora di più.
Sono entrato in una crisi depressiva che mi ha fatto perdere tutto quello che avevo di più caro, famiglia lavoro e amici.
Non riuscivo ad accettarla e passavo molto del mio tempo rinchiuso in casa. È stato un periodo drammatico e triste, durato otto anni, ma ora è passato e ora sono orgoglioso di raccontarvi come ho reagito a Mr Parkinson.
Ho avuto la fortuna di incontrare nel percorso del mio cambiamento due persone importanti. La prima è Maria, mia grandissima Amica e compagna di vita. La seconda è Stefano Ghidotti, persona speciale, amico e grande sportivo e nell’ultimo periodo ho ritrovato la fede riavvicinandomi a Gesù, questo ha fatto la differenza.
Il ruolo di Stefano e della nostra Associazione Parkinson&Sport è stato determinante per riavvicinarmi al mondo meraviglioso dello Sport, con lui ho ripreso lo sport che più amo, pedalare in Mountain bike. Inoltre voglio con tutto il cuore ringraziare i componenti della mia famiglia, senza di loro non sarei quello che sono ora.
Oggi sono felice di fare parte di questo meraviglioso gruppo e di questo nuovo progetto “Bike Riding for Parkinson’s Italy 2020”, mi sto allenando, come ognuno di noi, per essere pronto a partire il 5 settembre.
Dopo la Bike riding for Parkinson Italy 2020, Roberto è:
L’Equilibrista
Roberto era il più veloce di tutti, alla guida di un mezzo modificato, che Cecilia, la moglie di Alberto Acciaro Il Passista, le aveva molto generosamente fornito, superava asperità e ostacoli con grande facilità.
Si sentiva talmente sicuro da trovarsi spesso con una sola mano sul manubrio e questo gli a causato almeno un paio di capitomboli, fortunatamente senza conseguenze importanti. Ogni tanto dal gruppo si sentiva una voce, Robi non fare l’Equilibrista.
Ecco la sua testimonianza di ritorno dal viaggio:
Di seguito trovate tutta l’intervista a colazione di “Prendo la levo e arrivo” di mercoledi 30 settembre, a Roberto Russo, condotta da Stefano Ghidotti e Samantha Vizentin.
Arrivederci alla 3° puntata delle “Bike Stories” la prossima settimana.
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