UN GRANDE SOGNO E UNA STRETTA DI MANO.
Insieme abbiamo realizzato un sogno, e una stretta di mano ce l’ha confermato: quella di Papa Francesco. Sognando la luna, insieme, abbiamo raggiunto le stelle.
Guardandolo adesso non sembra nemmeno vero: noi, in piazza San Pietro, ricevuti in persona da papa Francesco, che ci ha stretto la mano, uno per uno, e ci ha detto di pregare per lui. Forse perché ha capito la fede che ci ha sostenuto per arrivare fino lì. Una stretta di mano che è arrivata fino al cuore. Ho ancora i brividi.
Ho imparato in questi anni, che se credi forte nei sogni e ti spendi al massimo per raggiungerli, i sogni si avverano, e il successo della “Bike riding for Parkinson’s Italy 2020” è l’emblema di questa mia certezza, ciò che abbiamo vissuto ha superato di gran lunga le aspettative.
Abbiamo condiviso tutto per 24 ore al giorno per 10 giorni. Le giornate erano infinite, i km. tanti, come la fatica, la polvere e il sudore.
Con i nostri occhi abbiamo ammirato paesaggi e persone di un Italia che vuole rialzarsi al più presto dall’emergenza Covid-19. Abbiamo dormito in alberghi, ostelli e chiese, mangiato specialità nelle trattorie del centro Italia ma anche intorno a un tavolino da campeggio sotto le tenda del camper, piatti cucinati dai nostri angeli custodi, Flavio Bonini e Gianni Bragadina che non ringrazieremo mai abbastanza.
Grazie a voi!
Lo voglio fare subito, voglio ringraziarvi perchè se tutto ciò è successo è grazie a voi amici Parkinsonauti.
Alberto Acciaro, Carlo Negri, Daniele Bortoli, Filippo Mion, Marco Anesa, Marco Ramelli, Massimiliano Bracco, Roberto Russo, Silente, Samantha Vizentin. E ai Parkinsonauti ad Honorem, Massimo Guzzi, Flavio Bonini e Gianni Bragadina.
Grazie a voi che da subito avete creduto nel progetto che ho sognato con Simone Masotti, che ha deciso di rinunciare e speriamo sia con noi il prossimo anno. Voi, che con la vostra richiesta di partecipazione mi avete confermato che si poteva fare e mi avete dato la forza di andare avanti.
Voi che accettando la sfida a spostare i vostri limiti mi avete spinto a spostare i miei, e insieme abbiamo spostato i nostri. Voi che credendo a un malato di sport che ha deciso di non farsi fermare, e alla sua Associazione Parkinson&Sport avete contribuito a dare il via all’organizzazione e alla ricerca degli sponsor.
Quando il perché è forte, il come si trova.
Tra giugno e luglio in due weekend in cui ci siamo conosciuti, in quattro riunioni su zoom in cui ci siamo divisi i compiti, siamo stati capaci di mettere a punto un’idea che fino a fine luglio ancora contava solo sulle nostre forze.
Sì. avevamo deciso che l’avremmo fatto comunque anche senza sponsor. Intanto però arrivavano i primi segnali da persone che si offrivano di aiutarci, i primi nodi importanti si scioglievano e ci facevano capire che la strada era quella giusta.
Grazie a Roberto Russo già a fine giugno avevamo trovato i mezzi di supporto e le persone che li avrebbero guidati, Flavio Bonini e il camper della sua azienda “Noleggiami bollino blu”di Calvagese della Riviera BS e Gianni Bragadina con il pulmino prestatoci dalla squadra di calcio del paese.
Sempre Roberto iniziava a inviare mail a tutti i comuni e le associazioni che avremmo incontrato sul nostro percorso e queste cominciavano a rispondere con entusiasmo e voglia di collaborare.
Grazie alle Associazioni Parkinson che abbiamo incontrato, che ci hanno accolto ospitato e sfamato:
- Ass. Pavese parkinsoniani ODV
- Ass. Italiana Parkinsoniani sezione di Lucca
- Ass. Parkinson Viterbo
- Ass. Parkinson la Piuma Viterbo
- Ass. Parkinson giovanile Roma PGR Onlus
- Ass. A.S.D, A.C. Amatori San Giminiano
Grazie ai comuni di: Pavia, Lucca, San Giminiano, Siena, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone, Capranica, Petralla, Viterbo, Sutri, Formello, Roma per averci aperto le porte dei monumenti e delle loro magnifiche piazze, tra le più belle al mondo.
Grazie alle Associazioni che hanno pensato alla nostra sicurezza sulle strade del Lazio e aiutato nella complessa organizzazione logistica.
- AEVF Associazione Europea delle Vie Francigene nella persona di Elisabetta Ferrari.
- Ass. Via Francigena in Tuscia nella persona di Alessandra Croci.
- CSLI Gruppo Civitas Roma nelle persone di Germano Assumma e Ilaria Bertolotti
Ma ti rendi conto?
Questa è la frase che Samantha Vizentin, la nostra stella cometa, diceva tutti i giorni a Roberto prendendogli il viso tra le mani e guardandolo negli occhi: Ma ti rendi conto di cosa stai facendo?
È diventato il tormentone del viaggio. Io li guardavo ascoltavo e riflettevo su quello che stavamo veramente facendo e ancora non capivo.
Ora posso confessarvi che in più occasioni ho avuto paura di aver fatto il passo più lungo della gamba, sarebbe bastato un piccolo infortunio più grave delle sbucciature e dei gonfiori, che ci siamo procurati nelle cadute in cui siamo incappati più volte, me compreso, per accendere qualche polemica sull’opportunità di fare questo viaggio.
Bici Levo e Muscolari
I percorsi erano veramente molto impegnativi, le salite dure e le 7/8 ore in bicicletta sotto il sole ogni giorno hanno messo tutti a dura prova, sia chi pedalava con biciclette assistite che muscolari. Tutti hanno dato il meglio di se, un grande applauso va fatto a tutti ed in particolare ad Alberto Acciaro, Daniele Bortoli, Filippo Mion e Massimo Guzzi i muscolari.
Se tutto andato bene lo dobbiamo sopratutto a noi stessi, alla nostra determinazione, alla forza del gruppo, a come abbiamo saputo reagire alle difficoltà e a dei mezzi tecnici spettacolari come le “Specialized Levo sl Carbon Comp Expert” che Specialized Italia ci ha messo a disposizione gratuitamente.
Le Levo sono E-MTB con doppia batteria, leggere e maneggevoli come una trail bike non assistita, insomma perfette per noi Parkinsonauti. C’è un particolare curioso e se non ve ne siete accorti lo posso capire, anch’io ci ho messo una decina di giorni a unire i puntini.
Queste biciclette si chiamano Levo e non sono state costruite apposta per noi, ma erano già in commercio, quello che è incredibile è che erano le uniche a disposizione ed erano perfette per le nostre esigenze e si chiamavano LEVO, si proprio come l’abbreviazione di Levodopa il farmaco che è alla base delle nostre terapie farmacologiche e LEVO come il titolo delle interviste a colazione che tengo sulla pagina Parkinson Sport di Facebook da Aprile.
Qualcuno dice che niente succede per caso e devo dire che questa volta la coincidenza è veramente stupefacente.
Da gruppo a famiglia.
Abbiamo creduto con entusiasmo in questa avventura e in poco tempo siamo diventati un gruppo affiatatissimo, i fratelli Parkinsonauti della Bike Ride. Ora che siamo una famiglia è iniziata la ricerca di una casa dove far nascere e crescere i prossimi progetti.
Questo viaggio bellissimo che ha messo a dura prova i nostri muscoli e la nostra volontà ci ha cambiato per sempre, abbiamo imparato a resistere, a rialzarci ogni mattina pronti a ricominciare, a stringere i denti e ad aiutare il nostro fratello.
Ognuno di noi ha vissuto il suo cambiamento, e ora ne ha scritto la storia e ha scelto il nome che sente più suo tra quelli che in quei giorni sono nati tra di noi e ci siamo dati per scherzo, stima e ammirazione. Ascolterete queste storie, dalla viva voce dei protagonisti, da mercoledi 23 settembre per le prossime settimane nelle interviste a colazione di “Prendo la levo e arrivo” e le troverete pubblicate qui.
Da oggi siamo la famiglia della “Bikeride4parkita2020” alla ricerca di una casa che non tarderà ad arrivare. Ne sono certo.