L’entusiasmo dell’inizio e la domanda: ce la farò?
Nel blog c’è una parte molto importante dedicata ai risultati delle prove atletiche e cliniche. Ma già dalle prime settimane di lavoro mi sono reso conto che il vero test riguarda la mia testa: riuscirà ad affrontare e gestire questo progetto?
Gli allenamenti sono circa 10 ore a settimana, che si allungano un bel po’ perché bisogna registrarli con gli strumenti tecnologici, controllarli, correggerli, commentarli e pubblicarli. La gestione delle attrezzature, che per il triathlon sono parecchie: bici, caschi, occhiali, scarpe, pinne, palette, pullbuoy (un galleggiante che si usa nel nuoto), abbigliamento.
Ogni sera svuota una borsa e riempine un’altra – grazie a mia moglie Carolina per le lavatrici e la sistemazione nei cassetti. Imparare a utilizzare i social network e metterli in collegamento, e completare e arricchire di funzioni e connessioni questo blog. Pensare, scrivere, rivedere, correggere, pubblicare articoli, rispondere ai commenti. Incontrare le persone che mi aiutano, verificare le cose fatte, progettare i prossimi passi. Tenere organizzati i test e i referti medici, definire gli obiettivi e iscriversi alle gare.
Insomma, è un impegno che mi sta assorbendo completamente. Da quasi un mese non ho un momento libero, e quando sono con colleghi, amici e parenti parlo solo del progetto, mi sento come le mamme che parlano solo del figlio appena nato. E’ che sono felice come un bambino che ha trovato un nuovo gioco. Se il primo obiettivo era non pensare troppo alla malattia, direi che l’ho raggiunto, occupandomene a tempo pieno.