INCAPACE DI SORRIDERE
Quando sono partito per Boario mi sentivo, come da molto tempo a questa parte, incapace di sorridere.
Cosi inizia il racconto di Stefano Fiaschetti, un nuovo amico che era con noi al weekend Eupath&Sport di Boario del 5-6-7 Agosto scorso.
La settimana scorsa è stata la volta di Mauro Arata, trovi il suo pezzo nell’articolo: OGGI VINCO IO, TI AMO!
Leggendo i loro lavori, ho potuto rivivere quei momenti, vedendoli da angolazioni diverse. Mi hanno aiutato a capire cos’ è stato vincente e cosa si può migliorare per le prossime edizioni. Questa è una delle ragioni per cui ho chiesto ai partecipanti di scrivere qualche riga per raccontare come è stata la loro esperienza.
Visto il successo di questa edizione, un fatto è già sicuro, lo rifaremo.
Lo dico da quando ho fondato l’Associazione e lo ribadisco ogni qualvolta ho la percezione dell’utilità di quello facciamo ogni giorno.
Ogni volta che riusciamo nell’intento di far muovere anche solo una persona, dal punto A al punto B, non importa quanto siano distanti, per noi l’obiettivo è raggiunto.
Ogni volta che riusciamo ad unire le persone, a farle sentire meno sole, attraverso il movimento, lo sport e la condivisione di momenti ed emozioni, noi siamo felici.
Quella stessa energia che percepisce da subito, chi per la prima volta decide di mettersi in gioco e partecipare alle nostre attività, si ridistribuisce rinnovandosi, diventando carburante potentissimo per tutto il gruppo.
Per questo siamo riconoscenti ai nuovi amici che decidono di unirsi a noi.
L’arrivo di un nuovo Parkinsonauta, risulta necessario ed importantissimo. Si rinnova ogni volta un meccanismo di scambio, che risulta vincente, i racconti che ricevo e pubblico, lo testimoniano.
Ecco allora cosa scrive Stefano, che “NON SI È FATTO FERMARE” dal viaggio in auto da Roma a Boario, di oltre 600 km., ha caricato la sua bicicletta e con una buona dose di curiosità è partito.
Quando sono partito per Boario mi sentivo, come da molto tempo a questa parte, incapace di sorridere.
Anche a casa, i miei familiari e spesso gli amici, mi chiedevano di sorridere e di rilassarmi, ma per me era quasi impossibile, anzi lo trovavo fastidioso.
Poi, inaspettatamente, ho notato su Facebook l’iniziativa promossa dall’Ass. Parkinson&Sport in collaborazione con l’European Parkinson Therapy Centre di Boario.
Ne ho parlato con mia moglie, che subito mi ha detto “che aspetti, ci devi andare a tutti i costi, anche se il viaggio sarà lungo e stancante”.
Aveva ragione anche questa volta, anche se con lei non lo ammetterò mai.
È stato un weekend magico.
Non mi sentivo così motivato da anni e l’accoglienza del gruppo è stata fantastica. Ho presto scoperto tante cose in comune con gli altri Parkinsonauti, che in poco tempo da sconosciuti, sono diventati i miei fratelli e le mie sorelle.
Ho imparato tanto e spero di essermi meritato lo status di Parkinsonauta anche io.
È stato bello ritrovare la voglia di sorridere e ricominciare a farlo senza sforzo, perché il mio viso era rilassato. Porto ancora con me la forza degli abbracci di tutti e del pianto di Stefano.
Perché ci vuole forza anche per piangere!
È stato tutto bellissimo, dalla sgambata in bici, al panorama del lago al tramonto, finita con pizza e birra al Chiringuito gustati in riva al lago, in una lunga sera d’estate, come non ne vivevo da tempo.
E ancora, le chiacchiere con Filippo prima di addormentarci o appena svegli al mattino, come al campeggio dei boy scout, o come vecchi amici, anche se ci conoscevamo da un giorno.
Il collegamento con Alex Reed e l’incontro con Riccardo Taverna, scrittore del libro “Tutte le fortune” che nonostante le sue difficoltà, ci ha fatto sorridere e capire che siamo stati anche fortunati.
Sabato sera durante la cena finale, condivisa con gli operatori dell’European Parkinson Therapy Centre di Boario e altri amici che si sono uniti a noi, ho addirittura ballato, anche grazie allo “spintaneo” intervento di Mara. (ndr sembravo una marionetta)
Domenica mattina, dopo tutto quello che insieme avevamo vissuto, è stata dura salutare tutti e partire.
Non mi andava di staccarmi dal gruppo dei nuovi fratelli di Parkinson, li avevo appena trovati e già mi dovevo separare.
Spero di riabbracciarvi presto tutti, compreso Alberto che mi ha sussurrato nell’orecchio: “forza Roam!” Scusatemi ma quando si tratta della seconda squadra di calcio della capitale, non riesco nemmeno a scriverlo correttamente.
Stefano, Parkinsonauta Laziale!!
Nei giorni precedenti, un partecipante mi aveva mandato questo messaggio: “Ciao Stefano, io arriverò venerdì pomeriggio, ma non conosco nessuno, cosa devo fare quando arrivo?” Io avevo risposto di non preoccuparsi che dopo pochi minuti avrebbe conosciuto tutti.
Il racconto di Stefano lo ha confermato in pieno.
Grazie Stefano, il tuo sorriso ritrovato ha illuminato con una nuova luce anche i sorrisi di tutta la squadra, anche per questo ora sei un PARKINSONAUTA.