Ganten Cycling Marathon. Parkinsonauti a tutta velocità nell’autodromo di Monza
Nel mese di settembre, sul gruppo del Parkinsonauti Team, Stefano Ghidotti, chiede se qualcuno è interessato a partecipare a questa manifestazione organizzata degli amici di Follow your Passion.
È un periodo molto impegnativo, sono spesso stanca e stressata, tutto ciò amplifica i sintomi del Parkinson. Ma la voglia di essere lì con gli altri, in quel luogo magico, sulla sella della mia cara bicicletta, prende il sopravvento e senza pensarci scrivo: OK CI SONO!
SFIDA ACCETTATA
12 ore, un giorno intero, sarà una bella sfida che voglio accettare. I momenti difficili ci saranno, li dovremo affrontare in squadra e io voglio esserne parte attiva.
Una squadra composta da 6 elementi di cui 4 dei nostri più 2 amici dell’ Associazione Team Life, aveva già preso parte all’edizione del 2019, che si svolgeva dalle 19 alle 07.00, a differenza di questa che ci vede in pista dalle 12 alle 24.
In questi anni il gruppo è cresciuto e questa volta saremo molti di più. Tra Parkinsonauti e Caregiver, formeremo due squadre da otto.
I TURBOLENTI
MARCO RAMELLI, DARIO BRAVIN, DANIELA RICCIARDINI, ROBERTO RUSSO, MASSIMO GUZZI, FRANCESCO LASORELLA, MARCO LORENZI, BOMBELLI PIERGIORGIO.
I TREMOLANTI
STEFANO GHIDOTTI, MARCO ANESA, DANIELE BORTOLI, PIERMARCO ZOLLA, ANGELO GUALTIERI, FILIPPO MION, CLAUDIO TERRIBILE, ANGELO FALCONATI.
PARTENZA ALL’ALBA
Faccio un veloce check prima di partire: materassino gonfiabile, casco, luci, abbigliamento pesante per la sera, caricabatterie, ok sembra ci sia tutto.
Zaino in spalla, sono le 4 del mattino e sono pronta a partire, nulla mi soddisfa di più che partire da casa con tutto il carico in spalla verso una nuova avventura.
ENERGIA CHE ROMBA
Eccoci, sono le 9, siamo già arrivati tutti, nel piazzale dietro ai box del circuito il nostro gazebo è già montato, inoltre abbiamo un box di quelli della Formula 1 che l’organizzazione ha messo a disposizione tutto per noi.
Sembra di sentire il rombo dei motori delle macchine che qualche settimana prima avevano occupato gli spazi che ora sono a nostra disposizione, sarà forse il rumore generato dall’eccitazione che tutti stiamo vivendo nell’attesa dello Start.
INSIEME PER VINCERE
Come primo aspetto da gestire insieme, su cui, per cercare di soddisfare le richieste di ognuno, ci siamo confrontati a lungo, è stato definire i cambi e gli orari di chi entrava in pista.
Cosi facendo abbiamo creato le condizioni per generare la rete che ci ha sostenuto durante tutta la sfida, permettendoci di giungere insieme al traguardo… Proprio come avevamo immaginato.
SGUARDI E HI FIVE
È sempre piacevole rivedere i miei compagni di avventure , molti non li conosco ancora bene, ma non è più importante come una volta.
Rimango in ascolto delle sensazioni che si susseguono, in un vortice di emozioni che nascono quando ci sosteniamo con un cinque alto, o quando capiamo le difficoltà che un compagno sta vivendo e ci scambiamo uno sguardo d’intesa, quando, un po’ per volta, impariamo a conoscerci meglio.
Il box diventa presto un campo base, con zona viveri, zona riposo, zona attrezzi, e non può mancare la musica.
Più che un evento sportivo sembra una rimpatriata. L’atmosfera che si sviluppa quando siamo insieme mi piace, mi fa tornare ragazza al campo estivo.
SEGUI LA TUA PASSIONE , VIVI LE EMOZIONI
Mi piace il motto di questo evento, lo sento mio, lo condivido con il gruppo.
Mi chiedo quale sia la mia passione e convengo con me stessa che voglio mettere in pista la voglia di vivere, di godere delle emozioni che giorno dopo giorno scaturiscono dagli eventi della vita.
Sono consapevole che nonostante la difficoltà che genera la nostra malattia, abbiamo comunque la possibilità di scegliere di vivere le nostre passioni.
PRIMA ED ULTIMA
Anche stavolta, il connubio sport e Parkinson è vincente, la giornata scorre piacevolmente tra turni in pista e amicizia.
Come unica rappresentante femminile, ho avuto l’onore di essere in pista alle ore 12 con Stefano per aprire la gara e alle ore 00, con grinta e determinazione, passavo il traguardo con Filippo Mion, a chiudere la nostra gara e la giornata di sport.
UN RIFUGIO SICURO
Questa manifestazione è stata per me di forte impatto perché mi sono portata a casa l’ importante certezza di non essere sola, di avere un luogo dove rifugiarmi nei momenti di difficoltà dove senza parole si parla la stessa lingua: solidarietà, accettazione di sé, impegno e una buona dose di tenacia sono le parti fondamentali del discorso.
Stanchi ma colmi di soddisfazione siamo saliti sul podio con i nostri 73 – 76 giri di pista, circa 450 km. nell’autodromo più famoso al mondo.
Non so ancora quale sarà la prossima occasione per ritrovarsi, nel frattempo io resto in movimento pronta ad esserci, sempre per NON FARMI FERMARE!
di Daniela Ricciardini