Muoviti, muoviti, muoviti! Racconto di una giornata di sport
‘Muoviti, muoviti, muoviti’ cantava Edoardo Bennato. È il messaggio perfetto per tutti i malati di Parkinson.
Più ancora dei farmaci sono lo sport e il movimento in tutte le sue forme che ci aiutano a stare meglio. Ne sono ancora più convinto dopo aver vissuto la giornata di ieri con i miei familiari, papà, mamma, mia moglie Carolina e mia cugina Francesca. E gli amici Alfonso Ruocco, Diego Ortelli con la fantastica Lidia Sbalchiero.
Ascoltare le loro storie di persona è stato interessante e commovente, di Alfonso sapete già tutto se avete ascoltato la sua storia che ho pubblicato la scorsa settimana, Diego ha una forza strepitosa, correva più forte di me e allo stesso tempo raccontava ciò che gli è capitato mentre io mi sforzavo per stare al suo passo.
È stato per tanti anni il più giovane parkinsoniano della provincia di Bergamo, la malattia lo ha colpito nel 2008 a 36 anni, se ne è accorto perché mentre firmava un documento il notaio gli diceva che la calligrafia era illeggibile e non andava bene, lui riprovava ma l’esito non cambiava.
Ha iniziato allora una serie di controlli che l’hanno portato alla diagnosi, poco tempo dopo ha perso il lavoro nonostante il suo titolare conoscesse le sue capacità, la sua buona volontà e fosse pure suo zio. Insieme a Paola, la moglie che è rimasta al suo fianco con grande coraggio, affrontano quotidianamente le difficoltà.
Diego ha una assurda limitazione sulla patente di guida, scaturita da una valutazione di un gruppo di esperti, che invece di salire in macchina con lui e fare qualche km gli hanno chiesto di simulare in modo ridicolo alcune azioni di guida in stato di emergenza. Risultato: non può spostarsi oltre un raggio di 50 km da casa!!
A volte le regole sono difficili da comprendere. Ogni mattina si alza alle cinque mezza per fare un’ora di esercizi per sbloccare articolazioni e i muscoli prima di andare a lavorare, assume da anni la Levodopa insieme ad altri farmaci. È molto grato a colui che è stato per qualche tempo il suo allenatore e motivatore che con delle tecniche molto dirette, lo sfidava a superare le sue difficoltà facendolo sentire un incapace, l’ha iniziato alla corsa ed ora dopo varie camminate, corse non competitive e qualche mezza maratona con ottimi risultati è pronto per realizzare il suo sogno: la maratona di New York.
Devo dire che io mi sono sentito fortunato perché i miei sintomi e le mie limitazioni sono ancora leggere, anche se guardando il video che ho prodotto della giornata vedendomi correre mi sono accorto di ciò che già altri amici mi hanno detto, il mio braccio sinistro non si muove, devo dedicargli un’attenzione particolare durante la corsa.
Abbiamo corso i 12,5 km intorno al lago insieme, su percorso ondulato in mezzo alla natura, in un’ora e qualche minuto, mentre i vincitori tagliavano il traguardo in 45 minuti circa.
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L’unico assente della giornata è stato purtroppo il sole che avrebbe scaldato i cuori e colorato il bellissimo parco che si estende attorno al lago di Comabbio, dove 760 persone tra runner dichiarati, runner della domenica, camminatori, famiglie con cani e passeggini a seguito si sono trovati per partecipare a questa manifestazione organizzata dall’Associazione Parkinson Insubria di Cassano Magnago, di cui Lidia Sbalchiero, per questa occasione, è il la mente e il braccio.
Un ringraziamento particolare lo voglio dedicare a mio papà e mia mamma che pur oltre 85enni hanno voluto partecipare, a mia cugina Francesca con le sue amiche, ma soprattutto a Carolina, mia moglie, che mi ha accompagnato e nonostante non fosse allenata ha completato quasi tutto il percorso correndo, solo nell’ultimo chilometro suo malgrado ha dovuto rallentare per un dolore al ginocchio riprendendosi nel finale per tagliare felice il traguardo.
Ci siamo lasciati con l’impegno di rivederci il prossimo anno, e magari organizzare un Triathlon o un Duathlon for Parkinson intorno al lago.
Maria Elena
Chissà il prossimo anno vorrei venire anch’io con mio marito magari riesco convincerlo ad allenarsi un po’ e prendersi cura di se. 54 anni parchinsoniano impaurito.
stefanosteel
Certo sarebbe bello. Di dove siete?
fFulvio
A 10 anni dalla diagnosi di MDP e 15 da primi sintomi non riconosciuti allora. Se non puoi correre cammina altrimenti Skating Away on the Thin Ice of a New Day
Guido
Ciao Stefano mi permetto di darti del tu visto che siamo quasi coetanei, viviamo vicini (Chiari) ed abbiamo un “amico” comune Parky.
Ho scoperto anche io l’anno scorso a 53 di avere questo amico e non ti nascondo che non è stato facile e non lo è tuttora accettare questa cosa. Ho scoperto da poco il tuo blog e ti ringrazio per quanto condividi. Mi da in molti casi la forza di accettare questo amico, mio malgrado