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Parkinson&Sport

Paura di sapere

Quest’anno non avevo tanta voglia di partecipare alla Bike, non mi sentivo allenato.

Volevo stare con la mia famiglia, con cui avevo già fatto delle splendide e lunghe vacanze durante l’estate, inoltre sapevo che in negozio mi aspettava mio fratello e tanto lavoro.

 

 

Pensieri e paure

Questi erano i pensieri che mi giravano per la testa prima della partenza. 

Forse però erano soltanto scuse, era da un po’ che non incontravo i miei amici Parkinsonauti, e avevo solo paura di sapere come li avrei trovati dopo un anno. 

Mi facevo un sacco di domande; staranno peggio o meglio? E io rispetto a loro come sarò, migliorato o peggiorato?

Facile a dirsi

Non avevo voglia di vedere Samantha tremare, Max Bracco andare in off, Daniele irrigidirsi, Marco zoppicare, Dario andare a rallentatore, Claudio avere discinesie, né tantomeno di sentire Stefano e i suoi discorsi motivazionali, a parole è tutto facile.

 

 

 

Con queste premesse sono partito domenica mattina di buon ora, e l’inizio non è stato dei migliori. Arriva Dario e subito abbiamo un problema, la mia bici non ci sta nel bagagliaio. 

Sconfitti in partenza

Ci mettiamo quasi un’ora a montare il mio portabici sulla sua macchina. Un operazione che mi stanca e quando arriviamo a casa di Max tremo più del solito.

Gli altri sono già arrivati, tra loro c’è Barbara, non la conosco, ma quando la sento parlare penso: “Io questa non la reggo 1 ora, figurati una settimana”. 

 

 

Ciliegina sulla torta durante il viaggio in camper, guardo la partita e l’Inter perde 3 a 1, una giornataccia. 

Tutto cambia

Ma quando, arrivati a Etroubles, scendo dal camper e vedo i miei amici, succede qualcosa, abbraccio tutti e la giornata svolta. Anche il nero della maglia dell’Inter diventa azzurro come il cielo stupendo che troviamo ad aspettarci in Valle d’Aosta.

 

 

Mi dimentico la sconfitta, non mi preoccupa più niente, capisco che sarà ancora un bellissimo viaggio.

Mi sento bene, sono subito familiari anche quelli che ho appena conosciuto, anche Barbara è diversa ora, e per una settimana non penso a nient’altro, persino le parole di Stefano mi fanno stare bene ora.

 

 

Cos’è la Bike per me? E’ pedalare, ridere, piangere, parlare, confrontarsi, confidarsi, stare insieme… è vivere.

Grazie a tutti

Amici miei, vi guardo pedalare davanti a me, sulla stessa strada e mi donate tanta forza. Da quella prima volta nella Bike riding del 2020, che è ancora vivissima nei miei ricordi.

Grazie Parkinsonauti, con il vostro esempio ritrovo in me la voglia di lottare.

 

di Carlo Negri

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